Si parla tanto di femminicidi. Molto meno, come scrive Oria Gargano nella prefazione, di tutti gli innumerevoli «omicidi quotidiani» ai danni delle donne. Abusi «che avvengono sempre, da sempre, e che costruiscono la gabbia concettuale che imprigiona le identità sessuate femminili, che condiziona e penalizza le potenzialità di ciascuna e perpetua lo strapotere del patriarcato, vale a dire la matrice culturale delle violenze contro le donne». In un libro completamente calato in una quotidianità in cui tantissime non faranno - purtroppo - fatica a riconoscersi, Cristina Formica squarcia il velo omertoso dell'abitudine al peggio e, rifiutando la rassegnazione del «è sempre stato così», mette nero su bianco il suo diario delle molestie nella vita di una donna: da bambina e da adulta, vestita in modo elegante o assolutamente casuale, per strada come tra le pareti domestiche, con estranei nelle vesti del molestatore o, al contrario, con persone molto intime destinate a interpretare la parte del mostro. Un libro necessario, doloroso, vero. Una denuncia, certo. Ma anche una ribellione capace di aprire varchi nella prigione della consuetudine. Prefazione di Oria Gargano.