È ¡I racconto della straordinaria avventura umana e spirituale di un conquistador spagnolo del XVI secolo che dei suoi pari ebbe l'energia, il coraggio, la curiosità e la determinazione, ma non l'efferatezza. Alvar Núñez Cabeza de Vaca, comandante in seconda della spedizione voluta da Carlo V per la conquista dell'immenso territorio che si affaccia sul Golfo del Messico, sopravvive, insieme a tre compagni, al disastro cui va incontro l'armata di seicento uomini guidata da Panfilo de Narváez. L'odissea che nel corso di otto anni, dal 1528 al 1536, porta Alvar dalla Florida alle coste dell'oceano Pacifico, ne trasforma il carattere. Cabeza de Vaca si adatta mirabilmente a ogni situazione che la sorte gli prospetta: da schiavo degli indiani diviene mercante e, infine, sciamano, quasi divinizzato dalle tribù presso le quali presta l'opera di guaritore. L'essere sopravvissuto matura in Alvar la convinzione che Dio abbia voluto salvarlo per destinarlo al ruolo di intermediario tra Sé e i nativi d'America. Così la sua odissea, il cui racconto aprirà la via alla esplorazione del Nord America, si trasforma in un viaggio spirituale. Al ritorno in Spagna Carlo V gli affida il governatorato del Rio de la Piata. Ad Asunción, capitale del territorio, si rende conto del decadimento morale dei cittadini e della deprecabile condotta di coloro che guidano la colonia. Cerca di porvi rimedio imponendo nuove leggi e regole di comportamento più consone alla morale cristiana e più umane nei confronti degli indigeni. Il trattare gli indiani come uomini e non come animali lo rende sempre più impopolare presso i coloni che non esitano a ribellarsi per rispedirlo in Spagna come traditore.