"Spesso me ne sto lì, appeso nell'aria indefinita dei giorni statici. Sono la cosa di cui occuparsi che però non può dettare le regole. Nel mio regno, fatto di lenzuola, cuscini e materassi gonfia sgonfia reclinabili, sono un dittatore grottesco, silenzioso e intrappolato, che parla solo se gli altri gli prestano la voce, che costruisce frasi lettera per lettera e poi alla fine se le dimentica e opta per una battuta, possibilmente a sfondo sessuale, che faccia ridere, perché una frase che fa ridere non è mai sprecata del tutto". La piccola autobiografia di un uomo a cui non servono corde vocali per far risuonare la sua voce, che si interroga, continuamente, sul significato della felicità e che sceglie di crederci, come si fa con le religioni.