Sulla scorta di documenti inediti, la ricerca si sofferma sulla formazione culturale e politica di Piero Delfino Pesce nella Napoli dell'ultimo decennio del XIX secolo e ne indaga gli snodi più importanti: da autore di commedie a giornalista; da poeta a novelliere, critico letterario, musicista, pittore e botanico; da docente presso le università popolari a filosofo della politica; da combattente contro la privatizzazione dell'Acquedotto Pugliese fino all'avventura editoriale di «Humanitas» (1911-1924). Profuse il suo impegno per questa testata nel tentativo di sprovincializzare la cultura italiana, aprendola ai contributi teorici e artistici provenienti da altri Paesi. Si batté per promuovere la Rinascenza mediterranea e il riscatto del Mezzogiorno nella prospettiva di creare una civiltà più luminosa e benefica, con un senso nuovo e più largo di umanità. Colui che l'amico Tommaso Fiore definì «il più gentile fra i fiori del sapere» si oppose strenuamente al fascismo. Da qui il suo arresto, la devastazione e la chiusura di «Humanitas» per mano dei fascisti, la sua espulsione dall'insegnamento. Ma il fiero mazziniano non si arrese. Prefazione di Pietro Finelli. Presentazione di Angelo Rotolo.