"Ridare la parola a coloro ai quali è stata negata o altrimenti tolta, a coloro la cui voce, nel passato, è stata estinta dalla coercizione dell'Inquisizione, nel sangue, con la carcerazione, con l'emarginazione, rientra in quel dibattimento di riavvicinamento delle memorie. L'autore ha voluto ricordare il sacrificio di Fanino Fanini, tracciare il vissuto, e questo è un modo per fecondare e dare senso alla storia dell'umanità. Il martirio, la testimonianza dei valori della propria fede, che in passato, e purtroppo ancora oggi, è stato ed è pagato con la vita o in altro modo, è il prezzo, ancorché necessario, per far trionfare i valori di fede, respinti ma confermati. Le vittime dell'intolleranza omaggiano l'umanità del dono della tolleranza e ne rimarcano il valore; la sopraffazione orienta verso la libertà, non senza sacrificio umano, e la giustizia è il dono che le vittime dell'ingiustizia fanno all'umanità intera." (Daniele Giacoia) Il libro si apre con la prefazione di Giorgio Bouchard e si conclude con il testo "Il nostro libero stato d'incoscienza" di Virginia Mariani.