L'esperienza di fra' Tommaso resta alquanto misteriosa e diremmo profetica. Valente nel mondo della ingegneria elettronica, anzi molto esperto da sorprendere capi-azienda e colleghi operai, però anche schivo e riservato, ma sempre aperto quando si trattava di relazione di fraternità, di accoglienza, di servizio. Non voleva essere di peso a nessuno, seppure sempre disponibile per aiutare gli altri. Dopo il cammino formativo e vocazionale nei luoghi dell'Ordine, sceglie di sospendere per andare a Torino, studiare e specializzarsi nell'Ingegneria: cosa non facile sia per l'impegno nello studio, sia per la sua situazione precaria nell'ambiente. Già si vede in Tommaso il viaggio dell'uomo del Sud, come tanti, verso il Nord alla ricerca di qualcosa che potesse realizzare un desiderio, un sogno, di cultura del lavoro, di scoperta. Ma non è fuggito dalla vocazione secondo la via del Poverello, anzi ne fa esperienza ancora più marcata in una situazione di ambiente nuovo e non certo accogliente per chi viene da fuori. Conseguito il titolo e la preparazione, scende di nuovo e bussa ancora una volta al convento con una proposta sorprendente: frate in azienda.