Questo saggio, di taglio volutamente divulgativo, permette di incontrare Seneca non solo come filosofo e politico, ma anche come uomo chiamato a fare i conti con se stesso e la propria coscienza, costantemente alla ricerca di un difficile equilibrio interiore, in un'altalena tra contrapposti stati d'animo. Nella narrazione di vicende pubbliche e private, emerge un'immagine di Seneca assai diversa da quella che la tradizione, spesso tendenziosa, ha consacrato, nella sua imperturbabile serenità e inarrestabile progressione sulla via della sapienza. Seneca, spogliato degli allori, lontano dai clamori della vita mondana, estromesso per sua volontà dal rutilante mondo della buona società romana, è un uomo messo a nudo e assalito dai fantasmi di un passato che non si cancella e dalle nebbie di un futuro indecifrabile. L'autore dedica anche un intero capitolo a quello che a buon diritto può essere ritenuto il mistero più grande nella vita di Seneca: l'incontro con Paolo di Tarso, che egli immagina realmente avvenuto, anche alla luce della copia di un epistolario giunta fino a noi (sulla cui autenticità vi sono tuttavia ancora pareri discordi).