Nato nel Périgord, il giovane René non sembrava predisposto a scalare montagne. Solo dopo la morte della madre, seguendo il padrino a Parigi, farà la conoscenza con i bleausards, gli scalatori di Fontainebleau. Il suo incontro con Jean Couzy, nel 1954, sarà determinante. In poco tempo, René Desmaison diventerà un alpinista senza pari. Pianterà chiodi su tutti i massicci del pianeta. Ovunque, nelle Alpi come in Himalaya e nelle Ande, ha privilegiato i versanti più pericolosi e le condizioni meteorologiche più difficili. Inaugurerà in questo modo il grande alpinismo invernale, realizzando la prima della parete ovest dei Drus nel 1957, poi quella della parete nord dell'Olan nel 1960. René Desmaison ha impresso nella memoria ogni singolo dettaglio della sua vita in montagna. Ritorna sugli avvenimenti che hanno scatenato polemiche: il salvataggio sui Drus nel 1966, durante il quale la guida Desmaison sfida il divieto dei superiori e riesce a salvare due alpinisti tedeschi in difficoltà, ma viene per questo radiato dalla Compagnie des Guides di Chamonix. E ritorna anche sull'episodio più doloroso della sua vita: il dramma delle Grandes Jorasses nel 1971, in cui il compagno Serge Gousseault morirà al suo fianco. Grazie a circa 1000 ascensioni, tra cui 114 prime, il suo palmarès è quello di un eroe, di un gigante cullato dall'ebbrezza delle cime e dall'angoscia dei chiodi instabili a cui, più volte, ha affidato la sua vita.