È un pamphlet onirico, in forma epistolare, che racconta l'amicizia e le prime esperienze giornalistiche tra l'autore e il suo compianto amico, tristemente famoso poiché vittima di un agguato in terra di camorra, Giancarlo Siani, giornalista "abusivo" de «Il Mattino» di Napoli. Il libro vuole essere anche uno sguardo sul giornalismo partenopeo e - in senso lato - italiano, che spesso non rispecchia la libertà di stampa; e una visione di Napoli attraverso storie personali e professionali che disegnano lo sfondo di una terra sempre sospesa tra vicende dolorose farsesche e sciagure reali, tra la violenza sceneggiata e la crudeltà nuda, totale. L'osservatorio da cui parte Gildo De Stefano è alquanto privilegiato, poiché gli fornisce gli strumenti per costruire il tessuto narrativo fatto di reali esperienze di vita vissute assieme allo sfortunato protagonista, diventato - suo malgrado - simbolo della lotta per la legalità in Campania e in Italia.