Giovanni Codronchi Argeli rappresenta una delle figure di maggior spicco del liberalismo emiliano e romagnolo dopo l'unificazione italiana fino al primo Novecento. Nobile di nascita per parte tanto materna quanto paterna, dimostrò il suo valore umano e culturale nell'affrontare le sfide che scaturirono dai cambiamenti sociali, economici e politici di fine Ottocento e inizio del secolo successivo. Fu - volta a volta - sindaco, deputato, prefetto, senatore, commissario straordinario in Sicilia, ministro e, infine, vicepresidente del Senato, contribuendo per la parte liberale moderata a determinare una larga mediazione tra le varie forze politiche e sociali del suo tempo. Il politico Codronchi appartenne certamente, nell'animo e nei fatti, alla Destra storica dei Cavour e dei Minghetti, ma fu un liberalconservatore un po' peculiare, vale a dire attento sì alle ragioni del laissez-faire di stampo britannico e all'ordine pubblico di derivazione transalpina, ma che seppe coniugare la difesa della proprietà privata - per lui sempre prioritaria - con talune provvidenze sociali ed economiche verso le classi più sfavorite e meno abbienti.