Il 13 agosto 1922, giusto cent'anni fa, D'Annunzio precipita da una finestra del Vittoriale, procurandosi una commozione cerebrale. Uscito dal corna, riprende pian piano coscienza. I medici si alternano al suo capezzale, registrando le sue parole, culminanti in un monologo esaltato ed esaltante: «siamo spiriti azzurri e stelle...». Sulle cause della misteriosa caduta fioriscono le ipotesi: incidente o dolo? Una schermaglia amorosa con le sorelle Baccara finita in dramma? Un complotto per tagliar fuori il Comandante dagli eventi che sfociarono, il 28 ottobre, nella marcia su Roma? L'incidente cambiò forse la storia d'Italia, certamente la carriera dello scrittore. Rileggendo le disordinate trascrizioni delle parole pronunciate nell'infermità, D'Annunzio maturò l'idea quasi psicanalitica di una modernissima scrittura "involontaria", sfociata poi nel Libro segreto. Questo volume propone l'edizione critica e commentata di quel testo "parlato", corredato dagli scritti suggestivi, spesso trascurati, in cui rievocò e reinventò l'infortunio, trasfigurandolo nel «volo dell'arcangelo» Gabriele «tentato di morire».