Il conte Alberto da Calisese di Cesena trascorse un'intera nottata a riscrivere lo Statuto del calcio, il nuovo testamento del calcio italiano. Era il 1951 e si doveva varare la riforma dei campionati. L'autore, noto editore, dirigente di società e animatore di dibattiti e convegni, era ospite dello stesso hotel fiorentino sul Lungarno che ospitava diciotto alti papaveri. Trascorsa la notte insonne, il Nostro si avviò di buon'ora verso la hall ma prima attraversò il corridoio prospiciente l'Arno sul quale si affacciavano le camere dei potenti. Come usava a quei tempi, ognuno aveva lasciato davanti alla porta le scarpe da lucidare. Ce n'erano trentasei. Il Conte ne prese due paia alla volta, con calma, e le gettò nel fiume. Quando fu l'ora della riunione i delegati, travolti dall'insolito evento, prima furenti poi stressati e arrendevoli, si presentarono in ciabatte e pedalini ad ascoltare quel che Barassi, leggendo le note di Rognoni, aveva da comunicare. Così rinacque il calcio. Così il "Capanno sul porto" di Cesenatico del potentissimo conte Rognoni divenne la Mecca del Pallone... Con un racconto di Francesca Rognoni e un contributo di Mario Pennacchia.