La pubblicazione dei "Diari parrocchiali" di don Carmine Cortese, che la paziente opera certosina di Antonio Pugliese ci offre, chiude una trilogia diaristica che con il "Diario di guerra" ed il "Diario di prigionia" completano il percorso umano di una personalità religiosa, civile e culturale che abbraccia ampiamente tutta la prima metà del XX secolo. Le pagine di questo Diario parrocchiale appartengono agli anni 1933-1952, quando don Carmine svolse la sua missione pastorale a Spilinga come parroco della parrocchia di san Giovanni Battista: sono pagine di vita vissuta nella traduzione quotidiana della propria interiorità in relazione con il contesto sociale in cui ha operato, con il territorio, come oggi si dice, che comprende tutte le manifestazioni nei diversi ambiti della vita e dell'esistente. Don Carmine praticò una pastoralità umanizzata, in cui il soprannaturale non era oppressivo, ma vi si accostava per trovare le vie di liberazione per se stesso e per gli altri.