Don Luigi Lenzini (1881-1945) dopo le prime esperienze pastorali a Casinalbo e Finale, fu parroco a Roncoscaglia, Montecuccolo e Crocette di Pavullo. Fu pastore «con l'odore delle pecore», sempre vicino alla sua gente senza preferenze di persone, e pronto a sollevare le pene spirituali e le povertà materiali. Con la parola e con gli scritti educò i parrocchiani alle verità della fede e al coraggio di professarla per difenderli dalle ideologie materialiste che promettevano il progresso sociale scardinando i princìpi della fede e la morale della famiglia. L'ascendente che aveva sulla popolazione rappresentava un serio ostacolo per il progetto politico dei comunisti che miravano alla conquista del potere nelle elezioni dell'immediato dopoguerra. Si cercò di intimidirlo con ripetute minacce ma senza risultato. Nella notte del 21 luglio 1945 alcuni malviventi lo prelevarono dalla canonica e lo condussero in una vigna dove lo uccisero dopo atroci sevizie seppellendolo sul posto. Con la beatificazione la Chiesa dichiara esemplari, per un'autentica testimonianza cristiana, la vita e il sacrificio di questo araldo e testimone della Verità che salva.