"... non furono soltanto Giuseppe e sua madre a soffrire per la morte d'Isabella: nessuno la rimpianse come Maria Cristina, la sua cara Mimi, l'amica del cuore e la confidente con la quale aveva scambiato lettere e bigliettini, che per settimane restò immersa nel dolore più atroce. Finché visse conservò nel libro di preghiere un suo ritratto dietro il quale aveva scritto le seguenti parole: Ritratto della mia cognata Isabella, morta con grande rincrescimento di tutti, ma soprattutto mio che ho perduto la migliore e la più vera amica che ci fosse al mondo; quella donna era dotata di tutte le virtù, qualità ed attrattive immaginabili; avendo vissuto come un angelo, è morta da angelo..."