Dopo oltre tredici lustri di "avventure" terrene ad Alessandro nasce improvvisamente la voglia di narrare ciò che più piacevolmente ricorda dei suoi primi vent'anni di vita e lo fa senza quasi una apparente sequenza logica, senza un narrare suddiviso per capitoli, pur nel rispetto della sequenza dei tempi e degli episodi. I ricordi sono rivissuti con la stessa intensità, la stessa partecipazione, la stessa gioia e la stessa ironia con cui certe situazioni sono state da lui vissute da bambino e poi da ragazzo. Un tenue filo lega la narrazione alle numerose case in cui Alessandro ha avuto ventura, per originale scelta di sua madre Tullia, di vivere nell'arco di due decenni, sempre e imprescindibilmente a Udine, sua città natale. Episodi e personaggi, sempre veri e vividi nella memoria si alternano e si rincorrono, ricreando momenti che sono specchio di un modo di vivere di cui si percepisce la lontananza e, per chi li ha vissuti, sono anche forse ambasciatori di una dolce nostalgia.