Capire quanto avvenuto in Chiapas dal 1° gennaio 1994 non è facile, anche se la letteratura sul Chiapas è praticamente sterminata. Perché allora un nuovo libro sull'argomento? Precisamente perché questo di Martinelli non è un nuovo libro sull'argomento; è qualcosa di assai diverso. Non è, ad esempio, l'ennesima dissertazione politicamente corretta sulla pertinenza della lotta zapatista e neppure un'analisi erudita sulle contraddizioni sociali del Chiapas. È una testimonianza umana che dice più di mille analisi dotte. È il diario di viaggio (un viaggio che dura da 22 anni) di un medico che ha messo in gioco i suoi saperi, le sue esperienze, e anche la sua vita, per difendere le cose in cui crede. In questi tempi di tanto grigiore e cupezza, non è comune che un docente universitario molli una vita agiata per andare a stare in un angolo sperduto del Chiapas. Eppure, è quello che ha fatto Martinelli. Un sognatore ingenuo e irresponsabile, diranno alcuni; eppure è proprio grazie ai sognatori, agli incorreggibili creatori di utopie - diceva Ricardo Flores Magón, uno che la sapeva lunga - se il mondo non è peggiore di quello che potrebbe essere.