"Per me scrivere significava scrivere lettere". Con queste lapidarie parole, contenute in una missiva del febbraio 1983, Emil Cioran sintetizza la propria incessante e appassionata "mania epistolare", che lo accompagnerà ininterrottamente sia durante gli anni turbolenti della giovinezza in Romania, sia durante gli anni dello scetticismo radicale dell'esilio parigino. Grazie al presente volume, che raccoglie lettere inedite inviate dal pensatore di Sibiu ad autorevoli intellettuali (fra cui Samuel Beckett, Ernst Jünger, Gabriel Marcel, Carl Schmitt, Elie Wiesel, Marguerite Yourcenar, María Zambrano) o a destinatari meno noti (ma ugualmente importanti e decisivi nella sua fitta rete di contatti e di relazioni), è possibile chiarire e approfondire aspetti di natura biografica e professionale del sovversivo "barbaro dei Carpazi". Quello che ritroviamo tra le righe di queste pagine, miracolosamente sottratte all'oblio, è un Cioran intenso e lirico, acuto osservatore delle dinamiche storico-culturali del Novecento e spietato teorico del declino dell'Occidente.