«A sinistra l'utopia del comunismo non è morta, l'omologazione non è cosa ovvia, si può riprendere la risalita, per quanto faticosa». Con queste convinzioni Cesco Chinello ha combattuto la sua ultima battaglia nel Pci: contro il "nuovo corso" di Achille Occhetto, la "svolta della Bolognina", lo scioglimento del partito. Questo diario scritto a caldo - ma più volte revisionato - racconta cinque anni sfibranti di riunioni e congressi tra Roma e il Veneto. Non è però solo l'agenda di lavoro di un funzionario che cerca di mettere ordine tra argomenti, posizionamenti, letture e discussioni. È il luogo a cui Chinello affidò i suoi sentimenti più intimi e intensi di rabbia, sconcerto, delusione, malinconia, ma anche di amicizia e indomabile passione per la politica come ragione di vita.