Vincenzo Caruso, con "Il capitano Ercolessi, la spia dei francesi", ci guida con mano sicura ed esperta tra i meandri di una vicenda accantonata dalla Storia seppure già meritevole di essere conosciuta per la particolare caratura dei suoi protagonisti affardellati nelle loro debolezze, ignavie, ambizioni, doveri e professionalità, i quali si muovono nello spazio di un tempo, 1902-1906, che non lasciava certo presagire un futuro tanto gravido di morte e distruzione. Pagine avvincenti di vite fin'ora sconosciute evocate dalla sapiente puntigliosità dell'autore e che si riversano per le strade e le piazze di una Messina ancora viva con il suo Duomo, i suoi Palazzi, le sue Chiese e, per quanto di interesse, con i suoi Forti Polveriera, Mennaja, Castellaccio, Gonzaga, Cittadella, tutti posti a difesa del suo Stretto destinato al controllo del mare mediterraneo racchiuso appunto tra l'Europa, l'Asia, l'Africa e, quindi, di altissima sensibilità strategica.