Sullo sfondo di una vicenda personale e familiare - la ventenne Carolina, del nobile casato dei Ricci di Macerata, nipote di Massimo D'Azeglio e pronipote di Alessandro Manzoni, scrive alla madre da Napoli, dove soggiorna tra il 1882 e l'83 in cerca di marito - "Napoli habillée" racconta l'altro volto della città: altro rispetto a quello presentato dal Fucini qualche anno prima nel suo "Napoli a occhio nudo". Gli scenari di una città aristocratica affollata di salotti e teatri, la sontuosa vita mondana con i suoi percorsi ed appuntamenti obbligati (Toledo, il Teatro San Carlo...), i fasti e i rituali di una nobiltà che, negli anni Ottanta, ancora credeva di abitare la fastosa capitale di un Regno.