Il libro, tratto da una storia vera, narra le vicissitudini del tenente Caloprisco, catturato a Creta dai tedeschi, subito dopo l'armistizio dell'8 settembre del '43. Come altri, deportato nel campo di concentramento di Deblin, in Polonia, ha subito il freddo e soprattutto la fame. Ha sempre rifiutato di lavorare per i tedeschi o aderire alla repubblica di Salò chiamando pagnottisti chi vi aderiva. La fame, onnipresente, lo ha però piegato e ha dovuto accettare il compromesso e lavorare per costoro, lasciando i commilitoni e gli amici di prigionia. La fuga dalla Germania, poi la liberazione da parte degli americani. Ma il tormento di non essere riuscito, per fame, a rispettare i suoi ideali, lo hanno tormentato per tutta la sua vita. A pagarne le conseguenze, sua moglie Elisa e i suoi figli.