"Ogni volta che vedevo una Star, il cuore mi si apriva, l'adrenalina iniziava a liberarsi e i sogni si sprecavano". È con queste parole che Luigi Saidelli descrive il suo amore per la vela, quasi un'ossessione, che ha percorso per intero la sua vita a dispetto anche di una grave disabilità fisica, culminando nella partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, proprio in classe Star, in coppia con Luigi Croce. Ma vivere di sola vela agonistica è una cosa per pochi eletti. Per questa ragione il velista ha dovuto fare spesso i conti con l'uomo, dovendo reinventarsi, senza fermarsi mai e facendo del senso del dovere ereditato dai suoi avi il proprio credo. Figlio e nipote di ufficiali di Marina, Saidelli ha vissuto sulla propria pelle una lunga serie di formative esperienze di viaggio e di lavoro: dal giro del mondo su un cargo, da solo e all'età di sedici anni, ai lunghi periodi trascorsi a Genova e Savona, le città che lo hanno adottato nel dopoguerra, passando per i Caraibi, il Sudafrica e la Groenlandia. Da un percorso così intenso e ricco di successi - resi possibili da un innato "senso della rotta" - non poteva che scaturire una biografia avvincente, arricchita peraltro dagli aneddoti legati alle numerose celebrità incontrate nel corso di una vita tutt'altro che ordinaria: da Umberto Il a Filippo di Edimburgo, da Hemingway a Raul Gardini, da Guido Monzino a Edmond de Rothschild. Prefazione di Nicolò Reggio.