Aspetto fondamentale dell'epistolario di Lucrezia Borgia è l'assenza di qualsiasi segno di donna relicta, di eroina che scrive per compiangersi. La dimensione diplomatica della lettera soffoca in parte l'abbandono all'autocommiserazione, rafforzando nello stesso tempo l'ethos di chi scrive a contatto con le esperienze più gravi della propria esistenza. Così, mancando il compianto, si accentua la dimensione individuale dello scrivere con ferma mano e diremmo ferma voce, solo a tratti incrinata da una piega malinconica del discorso che viene subito rassettata. Le lettere, con il loro contenuto pubblico e privato, percorrono i meandri della vita, attraversano le circostanze personali e politiche, promuovono la ricerca di istanze e favori, anche di natura molta delicata. Prefazione di Loredana Chines. Postfazione di Elisabetta Selmi.