Un racconto tra il vero e l'immaginario. Non so cosa sia più importante. Ho sempre amato Eleonora Duse. La teatralità la recita il tragico. Da quando ero ragazzo ho visto in lei la metafora del fascino del mistero del mito. La Divina, come la chiamò Gabriele, resta dentro di me. La letteratura solleva e vive di luce. La letteratura mi ha fatto amare l'amore. La donna che amo è letteratura vita carnalità. Ho trovato in un cassetto della scrivania di mio padre, nella casa in Calabria, il testo che segue. Non so se sia mio o di un altro io o di mio padre. Non cambierebbe nulla. Anzi. L'ho rubato da un cassetto e ora lo pubblico così come l'ho trovato. Commetto il reato di appropriazione indebita. Non ho corretto nulla. I lettori possono fare tutte le considerazioni opportune e anche correggere con il blu o il rosso. Eleonora resterà sempre la Divina! La Divina che mi ha accompagnato negli anni tra la vita e, appunto, l'immaginario.