Quattro polverosi bauli, celati in due vecchie case della Val Brevenna, custodivano un grande patrimonio di oltre quattrocentocinquanta lettere e di un centinaio di fotografie, depositari di sette storie di emigrazione di donne e uomini della valle, tra Stati Uniti, Argentina, Cile e Uruguay. L'addio, il viaggio, il lavoro, l'affermazione economica e la miseria, la nostalgia, le guerre, gli amori e le delusioni, sono tra i principali temi toccati dalle fitte corrispondenze, in uno scenario di destini e vite incrociate. Panettieri, contadini, minatori e spazzini, mestieri praticati nelle "Meriche" dai protagonisti delle lettere, testimonianze fedeli del fenomeno migratorio che interessò massicciamente questa vallata dell'entroterra genovese, con risultati di alterna fortuna. Con una scelta ben precisa si è argomentato lo stretto necessario, lasciando "parlare", per così dire, le lettere stesse.