L'opera del vescovo Cipriano manifesta un'attualità esemplare nel saper mantenere un dialogo continuo tra gli eventi e la capacità umana di cercare significati più profondi alla luce della fede in Cristo. Nel "De mortalitate" intraprende un'indagine assai acuta sulla condizione creaturale dell'uomo; nel "De opere et eleemosynis" tratta della carità fraterna e della solidarietà in tempo di prova e di carestia, denunciando il pericolo di rilassamento dei costumi. Il "De habitu virginum" ribadisce l'importanza della disciplina come fondamento della vita ascetica. Nell'impegno a far ripartire la vita ecclesiale dopo lo shock delle persecuzioni di Decio, con il De lapsis, Cipriano si mostra prudente nell'affrontare lo spinoso problema degli apostati (lapsi), invitando i responsabili a riconciliarsi con Dio.