Su Mastro Titta - il boia romano per eccellenza - sì è scritto molto nei secoli passati, ma spesso restituendo immagini decisamente fantasiose del carnefice e delle sue vittime, a più riprese riproposte anche dal piccolo e grande schermo. La riscoperta di alcuni rarissimi fogli volanti, stampati a Roma tra il 1805 e il 1826, permette ora di far luce su vere storie di veri criminali, piccoli e grandi delinquenti che una volta condannati salirono al patibolo di Mastro Titta, divenendo - come si diceva allora - i suoi pazienti.