Un "libro-mondo" che rievoca con struggimento scenari e paesaggi che l'autore conosce bene, avendo fatto il marinaio per trent'anni della sua vita, un libro dove c'è un po' di tutto, fin dal primo racconto-guida: "Niente bagagli, siamo gabbiani": il mare, la natura, i fari, le navi, il Salento, il cinema (da Hitchcock a Woody Allen), la letteratura (Stevenson e Baudelaire), il teatro (Cechov), la pittura, la Società di oggi, con le sue apocalissi quotidiane, le macerie e il kitsch imperante, memorie di catastrofi come Capo Matapan, con 2300 marinai morti per assideramento, le bombe, i rifiuti, i crolli. Il libro è suddiviso in settori, a partire dalla "letteratura"; "i grandi uomini di mare e i grandi scrittori del mare", il "mito", la "storia", l'"arte", la "famiglia", il "Salento", sua patria d'elezione. Il libro si chiude con le "recensioni critiche" di alcuni suoi libri. Sono cinquant'anni di "arrembaggi" e "naufragi", così com'è la vita, che è "spesso un lungo naufragio i cui relitti sono l'amicizia e l'amore", parola di Madame De Stael. Tutti da gustare i suoi "incontri" con Aldo Vallone, illustre dantista, Maria Luisa Spaziani, grande letterata che ebbe una nomination per il "Nobel", George Steiner, intellettuale di statura internazionale, o quelli, fugacissimi e occasionali con Fellini, Caproni, Cardarelli, Carmelo Bene, e tanti altri artisti meno noti.