Per controllare ed eliminare gli ebrei e gli slavi che abitavano nell'Europa orientale, nel 1941 Hitler e il comandante delle SS, Heinrich Himmler, scelsero di affidare prima l'Ucraina e poi l'area baltica a uno dei più sanguinari assassini del Terzo Reich: Friedrich Jeckeln. Questo ex ufficiale dell'esercito imperiale tedesco, di carattere arrogante e violento, vedeva il nazionalsocialismo come la formula magica che lo aveva trasformato da fallito e alcolizzato in un potente generale delle SS, che bramava ancora più gloria e potere. Jeckeln, onorato della missione affidatagli da Hitler e Himmler di preparare la pulizia etnica contro ebrei e slavi nell'est, in nome degli antichi possedimenti teutonici, scatenò un'ondata di sangue nell'Europa orientale, facendo di Riga, in Lettonia, la sua "città" e la sua base. Questo percorso intriso di sangue lo avrebbe portato all'apice, rendendolo uno dei più potenti capi delle SS, per poi precipitarlo verso l'abisso. Friedrich Jeckeln fu tra il 1941 e il 1945 colui che applicò sul campo dell'Europa orientale le idee naziste per una guerra di annientamento, cancellazione etnica e razziale.