Isaak A. Barasch è un giovane medico ebreo nella Vienna imperiale quando, tra la fine del 1915 e l'inizio del 1916, viene assegnato al Reggimento Landsturm n. 32 dell'esercito austro-ungarico come medico di truppa. Il diario che ne scaturisce in compiuta forma letteraria reca il carattere dell'urgenza: un afflato di umanità ferita, uno sguardo attento ai dolori provocati dalla guerra sia tra i commilitoni sia tra i nemici, una riflessione intima sulla propria fragilità dinanzi alla ferocia del conflitto. Barasch dipinge con tratti controllati la vita nelle retrovie e nelle prime linee, funestate dagli ordini inconsulti dei comandanti, incapaci di comprendere lo sforzo immane a cui costringono i soldati impegnati nelle battaglie sull'Isonzo, nella Strafexpedition e nella battaglia di Caporetto. Le bombe assordanti, l'odore nauseabondo dei morti, l'assedio dei ratti nelle trincee: tutto concorre a far sgorgare un sentimento di ribellione alla violenza, unito all'auspicio finale di "una pace senza nuvole". Come il protagonista di "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque, Barasch muore a poche settimane dalla fine del conflitto, dopo la sconsolata esperienza del ricovero in un ospedale psichiatrico. Rinvenuto in un appartamento di New York e oggi al centro di una vasta operazione di riscoperta editoriale, questo diario si staglia come un raro fiore di montagna nel panorama mondiale della memorialistica di guerra.