Nella vita si perdono molte cose, i genitori, gli amici, gli oggetti. Ma perdere il proprio Paese e il partito in cui si militava con entusiasmo non è molto frequente. In qualche modo ci si sente orfani due volte. Il ricordo spesso abbellisce il passato e la nostalgia rimane cocente. L'autrice ci porta su un doppio binario attraverso i ricordi di un Paese socialista (Jugoslavia) molto diverso dagli altri e di un partito comunista occidentale unico nel suo genere (Pci). Gli anni dell'infanzia e della giovinezza in una Belgrado povera ma vitale, gli anni del lavoro e della militanza in Italia, degli incontri con i personaggi di una sinistra che avanzava e dell'attività di traduttrice e interprete delle massime cariche di entrambi i Paesi.