Sullo sfondo della Napoli del Secondo Dopoguerra, Anna Sieyès vive la sua tormentata storia di donna, sposa, madre, poetessa. Un percorso umano e intellettuale conclusosi precocemente e tragicamente, di cui pare doveroso indicare le tracce, offrendo memoria a quanti oggi ne ignorano la bellezza e la profonda sensibilità del verso. La Sieyès ha avvertito sin dalla adolescenza quel "male di vivere", acuito da una sensibilità incline a cogliere la sofferenza del mondo circostante: le sue note poetiche fra qualche consolazione e una dolente convivenza ne sono la cifra esistenziale, fino al volontario epilogo a poco più di quarant'anni.