La rivalità è uno stimolo costante a migliorarsi, il motore dello sport. Quante vittorie, quanti record individuali sono, almeno in parte, merito anche di chi viene sconfitto, del secondo classificato? Le storie di atleti indimenticabili che, per uno scherzo del destino, si sono ritrovati a contendersi le luci dei riflettori. Anche lo sport, come la storia, celebra spesso i vincitori, dimenticando non solo gli sconfitti, ma anche quanto la competizione sia necessaria per raggiungere livelli di eccellenza impensabili in solitudine. La rivalità è un tipo di rapporto che può prendere sfumature diverse, ognuna interessante: può essere tossica, quando finisce per avvelenare uno dei due sfidanti, oppure virtuosa, quando porta entrambi i protagonisti a superare i propri limiti. Attraverso stili letterari diversi vivremo, tra gli altri, lo scontro monumentale tra Muhammad Ali e Joe Frazier, che hanno passato 41 riprese insieme sul ring, in una delle trilogie più famose e cruente nella storia della boxe; la gara a chi scendeva più in profondità negli abissi marini tra Enzo Maiorca e Jacques Mayol, esponenti di due modi molto diversi di vivere il mare e di stare al mondo; il confronto tra Kobe Bryant e Michael Jordan, i quali rimarranno legati da una rivalità nata come spirito di emulazione (per Kobe) e come difesa del proprio status (per MJ); le sfide durante gli anni Settanta tra Nadia Comaneci e Nellie Kim, che in uno scenario più ampio hanno rappresentato il contrasto tra la potenza della ginnastica sovietica e le ambizioni del regime di Nicolae Ceausescu in Romania. Che siano vissute in modo tragico o come stimolo a migliorarsi, le storie raccontate in questo volume sono diventate l'archetipo di altre rivalità, presenti e future, e ancora a distanza di anni non hanno smesso di emozionare.