"Tanto sono sicuro che tornerai". "Senza di me non sei nessuno". "Tu non vali niente". "Non troverai nessuno disposto a crederti". Perché decidere di affidare al CAV storie tanto difficili, confidenze così intime e pesanti, sofferenze e paure che spesso bloccano energie, emozioni, sguardi, prospettive di futuro? Che cosa spinge tante donne ad attraversare il cancello n. 46 di via Vittorino da Feltre? Perché il CAV ha accettato di lasciarsi sfidare dalla richiesta di aiuto che parte da queste situazioni dolorose? Semplicemente per essere fedele al suo compito specifico: la difesa della vita, soprattutto di quella che non sa difendersi, soffocata dall'abbandono e dalla solitudine; che non sa "urlare" la sua sofferenza e le sue paure; che non trova spazio per dare respiro ai suoi progetti.