A conclusione di una vasta ricerca condotta da studiosi dell'Università di Genova e della Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale-sezione di Genova, viene pubblicato il carteggio tra Antonio Rosmini e Pier Luigi Bertetti, suo procuratore a Roma nel periodo del cosiddetto "esame delle opere", cioè del processo cui fu sottoposta la produzione rosminiana davanti alla Congregazione dell'Indice, nel periodo 1850-1854, culminante col riconoscimento in essa dell'assenza di elementi degni di censura. Ciò nonostante il papa Pio IX, per preoccupazioni d'equilibrio tra le forze più vivaci nell'intelligenza della Chiesa, non ritenne di divulgare al di là di una comunicazione riservata all'Istituto della Carità e alla Compagnia di Gesù quanto era stato deciso. Atteggiamento, questo, simile ad una specie di larvata "sospensione di condanna" che danneggiò la fama di Rosmini e alimentò su di lui dubbi e ostilità nella Chiesa, fino ad una vera e propria condanna nel 1887 (il famoso decreto Post obitum). Il vasto e rilevante carteggio getta nuova luce sul complesso della questione rosminiana e offre un quadro molto articolato della Chiesa universale nel suo vertice mentre emergevano pericolose tendenze di reazione nei confronti delle forze cattoliche riformatrici.