Arduino, marchese di Ivrea e poi re d'Italia intorno all'anno 1000, è una figura presente nella cultura diffusa (scolastica e non solo) sul medioevo. Eppure le conoscenze su questo personaggio erano basate su studi ormai superati, condizionati da enfasi e distorsioni ideologiche. Negli ultimi vent'anni c'è stata un'inversione di tendenza e le ricerche storiche hanno approfondito la personalità di Arduino e le dinamiche sociali e politiche del territorio in cui egli era maggiormente radicato. I saggi contenuti in questo volume danno conto di tali progressi e si propongono come tappe verso una riconsiderazione complessiva. Alle linee essenziali della sua vicenda - la carriera, l'attività prima di funzionario e poi di re, il contrastato esercizio di potere, il declino - seguono pagine che ne affrontano decisivi risvolti problematici: dalla costruzione di un apparato di consenso in Ivrea e nel Canavese, attraverso legami con famiglie locali che, nel tempo, presero le distanze da un re sconfitto e condannato dalla chiesa, oppure inventarono rapporti parentali con un personaggio entrato nel mito; al rapporto col mondo ecclesiastico, che si rivela molto più complesso e meno scontato rispetto all'immagine negativa che per anni è stata tramandata; per giungere ai chiaroscuri del mito, ora eluso ora esaltato dall'erudizione di antico regime e coltivato dalla storiografia ottocentesca, con il protagonismo dei Savoia, arricchito di ascendenze con potenzialità legittimanti ma anche depurato da zone d'ombra, alla ricerca di «preparazioni» dell'unità italiana.