Ci sono autori, che pur avendo avuto una vita lunghissima, lasciano poco e, inevitabilmente, vengono dimenticati velocemente. E poi ci sono poeti come Angelo Fasano che muoiono troppo giovani e lasciano tanto in opere, impegno, visione del proprio tempo e del futuro. Lui aveva ventisei anni quando se n'è andato ed è un esercizio inutile chiedersi cosa avrebbe potuto fare se fosse vissuto più a lungo. È vero, ci ha lasciato troppo presto, ma «le straordinarie testimonianze, contenute in questo libro, di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di affiancarlo formano materia adeguata per farsi un'idea piuttosto precisa di quale ruolo Angelo Fasano avesse assunto nel microcosmo poetico-letterario della Cosenza del tempo e di come questo ruolo fosse in espansione, in quanto coinvolgente, a testimoniare una qualità di proposte e di intelligenza analitica davvero rara in un ragazzo giovanissimo, pur dotato dalla natura di capacità e sensibilità rarissime.»