"Fu impossibile non schierarsi" racconta Tina Anselmi a proposito della sua scelta nel settembre 1943, quando appena diciassettenne, nella marca trevigiana, aderì alla lotta partigiana. Da allora l'impegno politico non l'ha mai abbandonata. Dalla campagna per il diritto al voto femminile, a quelle sindacali nelle fabbriche, all'instancabile e appassionata militanza che la vedrà battersi per il referendum a favore della Repubblica. Il suo impegno continuò sempre in difesa della democrazia e delle donne. Entrò in Parlamento nel 1968. Nel 1976, prima donna ministro nella storia repubblicana, fu nominata al dicastero del Lavoro, e poi alla Sanità durante i tragici giorni del rapimento Moro. Infine presidente della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli, non si tirò indietro di fronte a interferenze o minacce. Battaglia dopo battaglia, attraverso le sue parole, raccolte in anni di amicizia da Anna Vinci, emerge il ritratto di una donna che ha fronteggiato a schiena dritta l'oppressione, la disuguaglianza, il potere deviato e deviante. Immergersi nel suo racconto significa ripercorrere mezzo secolo di anni bui e luminosi della nostra Repubblica attraverso lo sguardo di un'illustre protagonista. Raccogliere dalla sua testimonianza schietta e coinvolgente l'invito a prenderci la nostra parte di responsabilità. Perché nessuna vittoria è irreversibile. Prefazione di Dacia Maraini.