Maja Einstein ha molte ragioni per essere felice. Come tanti stranieri innamorati dell'Italia, con il marito Paul ha scelto di vivere sulle colline di Firenze, in un casolare immerso nella splendida campagna toscana. Dal 1922 è il loro «piccolo regno», dove lei - donna di studi e di spirito, amante dell'arte ed estasiata dalle bellezze della città - si destreggia tra alberi da frutto e animali da cortile. Oltre a questo, Albert, l'adorato fratello che tutto il mondo conosce e ammira, le ha regalato un favoloso Blüthner del 1899, uno di quei pianoforti che - se si è capaci, come lei, di usarlo - regala la musica «del cielo e dell'inferno». Ma nel 1938 tutto cambia. Le leggi razziali fasciste travolgono molte vite e non risparmiano la sua famiglia. Mentre per gli ebrei la situazione precipita, l'amato pianoforte di Maja Einstein scampa a sequestri e distruzioni grazie all'amicizia con Hans-Joachim Staude, pittore «ariano» che odia la guerra e che non si è lasciato contagiare dalla propaganda di Hitler e Mussolini. Oggi è custodito presso l'Osservatorio Astrofisico di Arcetri e in occasione della Giornata della Memoria le sue note risuonano sotto la volta stellata, restituendo il sogno di una donna dal sapere raffinato, semplice e dolcissima, innamorata di una terra che aveva tutta l'apparenza di un posto perfetto.