Ghiak è una parola intraducibile arvanitica che significa sangue, parentela, vendetta, razza. Gli arvaniti sono una popolazione di origine albanese, prevalentemente di religione cristiana ortodossa, stanziata in diverse parti della Grecia. Gli eroi dei racconti di Papamarkos sono soldati greci arvaniti che hanno combattuto durante la guerra greco-turca del 1919-1922 e sono tornati nel loro paesino della Grecia centrale profondamente traumatizzati. Determinati dal codice di comportamento tradizionale, per l'onore della comunità, i protagonisti di queste storie seguono la pesante legge del sangue e il rigido diritto consuetudinario, diventando a turno vittime e carnefici, e dando luogo a crimini, distruzione e annientamento. Quelle di Papamarkos sono nove storie indimenticabili, scritte in una lingua inedita e potente, che raccontano l'incapacità di conciliare i codici tradizionali con le emozioni, gli effetti della violenza sugli individui e che mettono in scena l'anima più balcanica e violenta della Grecia. "Il resto è inutile che te lo dica. Ogni volta che ci ripenso, ogni volta resto orfano da capo. Però sai che avevano detto che Sirmo non si era fatta male cadendo. Qualcuno l'aveva sorpresa lungo la strada e l'aveva violentata. Questo è sicuro. E quando la credette morta, le tagliò le trecce e le gettò tra i lentischi lì vicino. Lì le aveva trovate mio zio. Insomma, quando lo seppi giurai che avrei trovato l'assassino. Tornai nel posto in cui aveva abbandonato mia sorella, strinsi la pietra su cui aveva appoggiato la testa e giurai su quella pietra di ammazzarlo e di nasconderlo in modo che non lo trovassero nemmeno le bestie. Come lui aveva fatto con Sirmo."