Simbad il marinaio, in realtà, era un giovane e ricco mercante che, dopo aver dissipato la fortuna della sua famiglia, decide di rifarsi partendo all'avventura per mare. Nei suoi sette fantastici viaggi, Simbad conoscerà uomini e culture di paesi lontani, mostri marini, isole dal suolo ricoperto di diamanti, incontrerà popoli cannibali, serpenti e sparvieri di enormi dimensioni. Il marinaio navigherà e naufragherà come Ulisse, sconfiggerà un esercito di squali e giganti che assomigliano a Polifemo, diventerà ricco e perderà ogni suo avere per rifarsi e ricominciare. In questa versione, le storie di Simbad vengono raccontate al sultano Shahriyar da Sherazade, la ragazza protagonista de "Le mille e una notte". Attraverso queste incredibili avventure, Sherazade trascinerà quell'uomo violento in un vortice di fantasia che lo distoglierà dal suo intento: possedere tutte le giovani del regno per poi ucciderle solo per vendicarsi del tradimento della moglie. Il racconto di Simbad attraverso le parole di Sherazade riesce progressivamente ad aprire molte porte nell'animo del re. Inizia con la porta dell'ascolto e poi procede a quella dell'avventura, dell'ignoto e del sogno, facendo uscire il re dal suo universo fatto solo di conquista, egoismo, arroganza e violenta ostentazione del potere. Sherazade dimostra che, attraverso Simbad, tutti, anche i malvagi, hanno un'anima. Il problema è trovarla, ma quando si apre la porta alla fantasia, all'imprevisto, alla sorpresa, inizia un viaggio reale e metaforico, e tutto può cambiare.