Un romanzo che celebra l'anniversario dei centodieci anni della Prima Guerra Mondiale, e lo fa attraverso il rapporto che ci fu tra uomini ed animali in particolare ricordando l'ampio uso che fu fatto dei muli. Quella mattina di luglio del 1914, sul Carso, nuvoloni neri si erano addensati sulle montagne fin dall'alba. Francesco Conselvan avrebbe compiuto diciannove anni tra qualche settimana. Il suo compito era governare le carsoline. Le pecore erano il patrimonio di famiglia. Ci voleva esperienza per scortare il gregge su e giù dai monti a San Martino, l'esperienza di Zibibbo, il mulo che aveva insegnato a Francesco a rispettare la montagna. Ma il nuovo secolo annunciava grandi cambiamenti, strade, ferrovie e per Francesco il futuro era oltre il Carso, al di là dei monti. Il 28 luglio 1914 la famiglia Conselvan festeggia il compleanno di Francesco. Ci sono anche i Sabadini, i commercianti di stoffe di Sagrado, con la figlia Anna. Il futuro che sogna Francesco sembra avvicinarsi. Il 28 luglio 1914 l'Austria dichiara guerra alla Serbia, le nuvole nere di quell'estate diventeranno rosso fuoco e rosso sangue. E Francesco scoprirà che sarà sempre un mulo a portarlo nel futuro.