Sergio Negri ha trovato il diario del padre di un amico, mobilitato in Africa Settentrionale nel 1942 nella divisone "Ariete", e lo ha riscritto mantenendo la prima persona. Poi ha seguito il suo protagonista nella successiva esperienza resistenziale e, pur in assenza di un manoscritto di riferimento, ne ha rintracciato il percorso sino ai giorni della Liberazione. Difficile stabilire a quale genere letterario ascrivere un lavoro che si presenta per metà romanzo e per metà autobiografia, con incursioni nella saggistica storica. Ciò che conta, è il risultato: una cavalcata tra il 1942 e il 1945, dal deserto di El Alamein, a Tobruch in fiamme, alle "bande" della montagna, una rilettura degli anni che ci hanno portato dall'Italia fascista all'Italia democratica.