In un tratto disabitato della laguna veneziana vivacchia alla una sera il Maestoso indossa la camicia bianca di cotone, la giacca sfiancata, pantaloni alla zuava e stivali, il tricorno con borchie dorate e va a raccontare una delle sue mirabili avventure all'Osteria del Marinajo, nel paese rivierasco di C. E la vita dei pirati cambia, come cambia quella di coloro che l'ascoltano, tra cui il presidente di una confraternita veneziana, attraverso il quale la storia del Maestoso prende vita e significato. E così, da quella sera, tra i due personaggi, facce diverse di un'unica medaglia, s'inizia a tessere un filo che unisce e separa l'uomo civile e il pirata, in un costante inseguirsi e contrapporsi, ricercarsi e combattersi: l'uno all'inseguimento del gigantesco tesoro della Ganj-i-Sawai da strappare al fatale e crudele nemico Ibrahim; il presidente alla ricerca di un tesoro spirituale, mitico giardino delle delizie che scopre in qualche modo evocato nei racconti del Maestoso; entrambi alla ricerca della loro visione di felicità, e tra di essi fa la spola un ragazzo segnato dal destino, che assume il nome di giovane Morgan.