Adelano, 22 luglio 1944: il comandante garibaldino Facio dirige il plotone di fucilazione contro sé stesso in esecuzione della sentenza pronunciata nella notte dal tribunale rivoluzionario. Una morte leggendaria che pone termine alla sua breve e indimenticata vicenda umana. Da allora le ricostruzioni storiche, le ipotesi, le invettive hanno fatto scorrere i proverbiali fiumi di inchiostro. A Facio (musicista, attore e romanziere egli stesso), dopo avere indossato i panni del novello Fabrizio del Dongo in occasione della sua spericolata fuga dalla Cittadella di Parma e quelli dell'eroe epico nella Battaglia del Lago Santo (uno degli episodi più emozionanti dell'intera storia della resistenza europea al nazifascismo), capitò infine di vestire nientemeno che la tunica insanguinata di Cristo al Calvario, lui comunista ateo, lui che conobbe il sacrificio e il tradimento.