Il 23 dicembre del 1864 il generale William "Tecumseh" Sherman scriveva ad Abraham Lincoln una lettera in cui definiva la città di Savannah, in Georgia, il suo «regalo di Natale». Mai Natale era stato più sanguinoso. La caduta di Savannah infatti era il frutto estremo della campagna nota con il nome di "marcia al mare" iniziata da Atlanta, messa a ferro e fuoco nel novembre dello stesso anno. "La marcia" è il racconto di quelle sessanta miglia di violenza e di quei sessantamila veterani dell'Unione agli ordini di un uomo in cui il confine tra tenacia e spietatezza fu spesso annullato dalla cruda realtà del conflitto civile. Non è solo la figura del generale Sherman a stagliarsi nella sua controversa grandezza, bensì una complessa galleria di caratteri: Pearl, figlia di una schiava e di un possidente, Wrede Sartorius, medico militare, i soldati Arly e Will sono solo alcune delle migliaia di esistenze coinvolte in una delle pagine più oscure della storia degli Stati Uniti, travolte dalla furia di una guerra che, nel cercare disperatamente la sua epica, trova solo sangue e distruzione.