In un mondo dominato dai conflitti e dall'ipocrisia c'è ancora spazio per l'individuo? La risposta è affermativa, ma arrivare alla certezza di questo fatto non è scontato. La complessità in apparenza inestricabile del nostro tempo va affrontata con una ragionevolezza che è l'esatto opposto della "razionalità" occidentale - quella stessa "razionalità" che si esprime anche nelle soffocanti convenzioni del quotidiano, nel mito delle "buone maniere", e che ha trasformato l'intero mondo in un campo di battaglia. Occorre invece trovare una strategia di liberazione interiore, di affrancamento dalle menzogne, dagli opportunismi che spingono in egual misura gli individui, gli uomini di potere e i mass media - ciascuno nella propria sfera d'azione - a manipolare fatti, valori e sentimenti. "Il virus benefico" è la risposta ironica e accorata di Pierluigi Dadrim Peruffo a un tempo altrettanto paradossale: la scoperta di un senso critico e di una ragionevolezza nuova, un'inedita apertura mentale il cui corrispondente relazionale è un apparente rinuncia a se stessi, ai capricci di un ego trionfante - ma che come esito avrà la riscoperta di un "io" più maturo.