Difficile dire cosa sia la felicità, concetto sommamente relativo, ma Mantegazza sosteneva di averla trovata. Scrittore prolificissimo, autore di un centinaio di libri (quasi tutti di successo), antropologo e viaggiatore, nonché politico dalla parte dei ceti più popolari, in queste pagine (scelte dall'edizione Barbera del 1886), Mantegazza costruisce il suo più bel "monumento" alla ricerca della felicità. Per lui, essere felici dipende forse, in gran parte, dalla "capacità artistica di stare al mondo", di ricostruirlo volta per volta con la nostra creatività. Per alcuni la felicità è semplicemente la mancanza della sofferenza; nelle visioni più pessimistiche, l'intervallo fra due dolori; per altri ancora, è trovare l'amore. In fondo, non vi è luogo più bello di un piccolo giardino per passeggiare e l'immensità per fantasticare: ai nostri piedi ciò che si può coltivare e raccogliere, sopra di noi ciò che si può studiare e meditare.