Il lettore che vorremmo raggiungere con quest'opera di pragmatica è il familiare del malato di mente. La madre che non può smettere di sperare e lottare per il figlio alienato, nel quale spesso lei sola continua a intravedere delle risorse che altri mai conobbero; il padre sfibrato, incredulo che qualcuno sia in grado di fargli mettere da parte il proprio scetticismo; il fratello, che non riconosce più il suo compagno d'infanzia, perché ne ha perduto in un percorso anomalo e che "nessuno saprebbe bene riassumere la confidenza; l'amico, che vive l'imbarazzo di non sapere più a che distanza tenersi, se fare valere l'intimità o la discrezione, i ricordi di una condivisione che aveva superato quella di tutti gli altri, o la prassi ormai radicata e fatta di distacco del presente svilito dal delirio, dalla chiusura sociale, dall'aggressività, dalla depressione, dalle allucinazioni, dalla paura, dalla fragilità che impedisce di reggere i confronti con gli altri, dalla malattia. Prefazione di Eugenio Aguglia.